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lunedì 17 settembre 2007

Quell' uomo non deve morire


Jospeh Samuel era un ebreo inglese giunto a Sydney nel 1801 tramite deportazione coatta. Era stato infatti condannato a 7 anni per irruzione e rapina in una villa in Inghilterra. Qui si accordò col poliziotto che lo custodiva, tale Icke Simmons (anch' egli ebreo) per una rapina ad una ricca ereditiera, durante la quale però perse la vita la guardia del corpo della donna.
I due furono catturati, ma mentre il compare pulotto fu assolto per "mancanza di prove" il povero Joseph fu mandato alla forca da solo.

La sentenza fu fissata per il 26 settembre 1803, nella collina di Brickfield, lungo la strada tra Sydney e Parramatta. Davanti alle centinaia di persone accorse per l' avvenimento, professò la colpevolezza del tenente Simmons, senza però essere creduto.

Dopo la preghiera di rito, gli venne legato il cappio al collo e tolto il basamento da sotto i piedi, in modo tale da rimanere appeso. Ma dinanzi allo stupore generale la corda si ruppe e Joseph rovinò a terra come un baccalà. Il boia tornò, cambiò la corda e ritolse il basamento. Stavolta la corda si stirò al punto che Joseph si ritrovò coi piedi appoggiati dolcemente per terra. Piuttosto che aspettare che morisse di fame in quella posizione, il boia tornò ovviamente sui suoi passi con un nuova corda e ripetè il procedimento. De-ja-vù: corda spezzata. Tanto fu lo stupore generale che un messo fu inviato al governatore della regione, il quale annullò la pena di morte a Joseph Samuel, ritenendo che questa fosse la volontà di Dio.
Il buon Joseph trascorse il resto dei suoi anni in galera.

Fonte: BJE Academy

1 commento:

Alberto ha detto...

Mica ci volevate la morale???